Ospedali

Ospedale di chirurgia pediatrica di Emergency

Entebbe | Uganda

PROJECT DETAILS

Città
Entebbe
Paese
Uganda
Cliente
Emergency ONG ONLUS
Progetto architettonico
RPBW Renzo Piano Building Workshop, con TAMassociati
Periodo
2013 - 2020
Importo delle opere
17.400.000 €
Servizi forniti
Progettazione strutture | Direzione lavori
Settore
Ospedali
Superficie totale
9.693 mq
72 posti letto, 3 sale operatorie
Tecnica costruttiva
Terra pisè, carpenteria metallica

Dalla preistoria ai nostri giorni

La terra cruda è una tecnica utilizzata dall’uomo sin dalle sue prime esperienze in materia di costruzioni. Riproporla per la realizzazione delle murature portanti dell’Ospedale di Emergency, in Uganda, è stata una sfida che ha richiesto continue ricerche, prove e successivi miglioramenti, con ottimi risultati in termini di resistenza e di sostenibilità.

Un progetto “tra terra e cielo” che propone una mediazione tra il carattere massivo delle spesse murature in terra battuta e le leggere membrature di acciaio che sostengono la copertura. L’architettura si insinua così tra il rosso della terra argillosa e l’azzurro del cielo dell’altopiano ugandese, utilizzando la terra del sito come materia prima per la costruzione dell’edificio e l’energia del cielo per farlo funzionare.
Il nuovo Ospedale di Emergency sorge a Entebbe, sulle rive del Lago Vittoria a circa 35 km da Kampala, ed è un polo di eccellenza sanitaria tra i più importanti dell’Africa Subsahariana.
Inaugurato ad aprile 2021, il Centro offre gratuitamente assistenza e cure chirurgiche pediatriche, con tecniche avanzate e personale altamente qualificato, in un Paese in cui più di metà della popolazione ha meno di 15 anni – in Uganda si contano infatti 20 milioni di bambini e adolescenti – e il tasso di mortalità infantile sotto i 5 anni è di 43 morti su 1000 nati.

Un ospedale in terra cruda

L’ospedale comprende una piastra operatoria con tre sale, una sala di sterilizzazione, 72 posti letto (di cui 6 di terapia intensiva e 16 di terapia sub-intensiva), 6 ambulatori, una radiologia, un laboratorio dotato di banca del sangue, una TAC, una farmacia e una foresteria per ospitare i pazienti che arrivano da lontano e i loro accompagnatori. È presente inoltre un’area gioco per i piccoli pazienti. L’obiettivo del Centro è quello di triplicare la capacità di trattamento chirurgico-pediatrico del Paese e di diventare un punto di riferimento per la chirurgia pediatrica elettiva in tutto il continente, affrontando in modo sistematico problemi radicati da tempo nella regione.
Seguendo l’orografia del terreno, i setti portanti del complesso determinano i terrazzamenti da cui si eleva il volume dell’ospedale; in questo modo il parco e il lago diventano il paesaggio dominante e privilegiato della struttura sanitaria e le murature stesse si fanno parte integrante dello spazio naturale.

Il progetto architettonico ha previsto l’utilizzo della terra naturale estratta dagli scavi delle fondazioni come materia prima per realizzare le strutture principali.

Approcciare il progetto di un ospedale costruito con la terra naturale, fatto per durare e resistere a tutte le aggressioni, sia antropiche sia degli agenti atmosferici, e realizzato in una zona geografica dove le piogge in pochi minuti rendono impraticabili le strade non asfaltate, non è cosa facile.

Il lavoro di Buromilan è iniziato con lo spirito di chi deve riscoprire tecniche antiche di cui si erano perse le tracce, quindi cercando di capire come nell’Africa Subsahariana, precisamente in Mali, sin dai tempi antichi si costruiscono e si riparano le moschee in terra.

La tecnica della terra pisè

Buromilan è riuscito a mettere a punto la giusta formula e la tecnica per avviare con la doverosa sicurezza il progetto, raggiungendo elevati livelli di precisione e affidabilità, visitando anzitutto i villaggi di Ghat e Gadames, in Libia, costruiti con la tecnica del “pisè”, così si chiama la lavorazione della terra cruda per le costruzioni, e apprendendo le migliori formule per qualificare la tecnologia e i metodi per trasformare la terra naturale in un buon materiale da costruzione dagli studiosi di CRAterre – centro di ricerca vicino a Lione.

Nelle norme europee per le costruzioni, gli Eurocodici, non si tratta la terra cruda; sono state quindi ricercate direttive speciali applicate in altri Paesi nel mondo, in questo caso la Nuova Zelanda; affinato il progetto e determinati i codici “di comportamento” è stata messa a punto la tecnica costruttiva.

Il materiale utilizzato altro non è che la stessa terra proveniente dallo scavo effettuato per le fondazioni. Che in Italia non vi sia tradizione del costruire con la terra cruda è fatto assodato: questa non esperienza piuttosto che uno svantaggio si è rivelata condizione favorevole per avviare, senza condizionamenti né preconcetti, un programma di perfezionamento delle tecnologie che si applicano nel miglioramento dei terreni quando è necessario implementarne le caratteristiche meccaniche.

Per migliorarne le caratteristiche di resistenza, alla terra degli scavi sono state aggiunte fibre di polipropilene.
Il compattamento della terra cruda all’interno dei casseri ha permesso di raggiungere una resistenza a compressione pari a 14,5 N/mm, caratteristica di un calcestruzzo di media qualità.

La tecnologia della terra pisè implementata da Buromilan ha consentito di raggiungere valori di compressione a prova cilindrica fino 15,5 MPa, evidenziando un notevole progresso tecnologico rispetto alle pratiche ordinarie della costruzione in pisè, mantenendo al contempo la matericità e la vivacità dell’argilla.
L’edificio trova nel sole l’energia per funzionare. Infatti la copertura è una struttura a traliccio sospesa con circa 10.000 m2 di pannelli fotovoltaici che, oltre a fornire l’energia necessaria a coprire parte del fabbisogno dell’ospedale, hanno anche la funzione di ombreggiare e riparare dalla pioggia gli spazi interni ed esterni.
Come negli altri ospedali di EMERGENCY, è presente anche un giardino con 350 alberi: il verde è un elemento importante per il recupero e per la guarigione dei pazienti.
L’idea del progetto è nata dall’incontro tra Gino Strada, chirurgo e fondatore di EMERGENCY, e l’architetto Renzo Piano. Entrambi condividevano il desiderio di unire medicina e chirurgia con architettura d’eccellenza, discipline all’apparenza molto lontane tra loro: il risultato di questa unione è la cosiddetta healing architecture, l’architettura che guarisce.
Tale corrente vede la bellezza non soltanto come un fattore estetico, ma come parte integrante della cura: essa è in grado di impattare sia sull’aspetto fisico sia su quello psicologico dei pazienti, collaborando con il ruolo della medicina. L’idea di realizzare un ospedale che non fosse solo funzionale ed efficiente dal punto di vista sanitario ma anche «scandalosamente bello», è stata uno dei principi guida del progetto.
“Un ospedale scandalosamente bello”
Gino Strada
Fondatore di Emergency
Milan Ingegneria SpA

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