Musica e cultura

Spazio Musicale per il Prometeo

Venezia | Italia

PROJECT DETAILS

Città
Venezia
Paese
Italia
Cliente
Ente Autonomo Teatro alla Scala
Progetto architettonico
RPBW Renzo Piano Building Workshop
Periodo
1983 - 1984
Importo delle opere
2.000.000 €
Servizi forniti
Progettazione strutture | Direzione lavori
Settore
Musica e cultura
Dimensioni
Capienza della platea: 400 persone
Tecnica costruttiva
Legno lamellare

Una gigantesca cassa armonica

‘Prometeo. Tragedia dell’ascolto’ è un’opera musicale di Luigi Nono, presentata per la prima volta nella chiesa di San Lorenzo a Venezia in occasione della Biennale Musica del 1984. La struttura scenica utilizzata per la rappresentazione, un’arca in legno lamellare, fu concepita da Renzo Piano come una grande cassa armonica, smontabile e trasportabile. Per la sua progettazione, altamente innovativa per l’epoca, furono impiegate tecniche mutuate dalla liuteria e dalla cantieristica navale.

Una gigantesca cassa armonica

‘Prometeo. Tragedia dell’ascolto’ è un’opera musicale di Luigi Nono, presentata per la prima volta nella chiesa di San Lorenzo a Venezia in occasione della Biennale Musica del 1984. La struttura scenica utilizzata per la rappresentazione, un’arca in legno lamellare, fu concepita da Renzo Piano come una grande cassa armonica, smontabile e trasportabile. Per la sua progettazione, altamente innovativa per l’epoca, furono impiegate tecniche mutuate dalla liuteria e dalla cantieristica navale.

Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Cantiere Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Cantiere Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Spazio musicale per il Prometeo - Venezia

Un’opera sperimentale

‘Prometeo. Tragedia dell’ascolto’ è un’opera del compositore veneziano Luigi Nono, realizzata in occasione della Biennale Musica del 1984. Lavoro innovativo e sperimentale, è concepito come una serie di suoni in movimento che drammatizzano un testo curato da Massimo Cacciari a partire da scritti di autori antichi e contemporanei, da Eschilo a Walter Benjamin. Nelle intenzioni di Luigi Nono, anche la scenografia doveva essere flessibile e anticonvenzionale, un involucro in grado di evolvere insieme alla musica, parte integrante del processo creativo.

La progettazione della scenografia fu affidata a Renzo Piano. Seguendo il desiderio del compositore, il progetto si basò sul rovesciamento dell’impostazione tradizionale di teatro, posizionando la platea nello spazio centrale e collocando l’orchestra attorno al pubblico, su tre diversi ordini di ballatoi. Questa soluzione permetteva inoltre ai musicisti di spostarsi durante l’esecuzione, transitando su scale e passerelle. L’illuminazione fu curata da Emilio Vedova e a dirigere l’orchestra fu il Maestro Claudio Abbado, da remoto, con l’ausilio di monitor video.

Arte liutaia e cantieristica navale

Grazie a Luigi Nono, Renzo Piano ebbe occasione di concretizzare il suo  interesse per la musica, “l’architettura più immateriale che possa esistere”. L’architetto, che all’epoca si stava dedicando alla costruzione di una piccola barca in legno lamellare, attinse per il progetto dalla sua esperienza nella costruzione di scafi per imbarcazioni e dalle sue conoscenze musicali, in particolare per quanto riguarda il funzionamento delle casse armoniche degli strumenti a corda.

L’architetto progettò uno “scafo” a base quadrata di 25 metri per lato, sollevato dal pavimento grazie a un sistema di travi a reticolo. Queste, piegandosi ad angolo retto, si trasformavano in piedritti che sostenevano una struttura metallica più leggera, su tre livelli. A loro volta, i piedritti presentavano tamponamenti laterali composti da sottili pannelli di legno che si potevano rimuovere o aggiungere, per assecondare i tempi di riverbero del suono.

Una struttura in legno lamellare

La struttura, semplice ed essenziale, venne realizzata in legno lamellare e acciaio e assemblata mediante giunzioni meccaniche. Il legno lamellare, che all’epoca era una tecnologia nuova, permise la realizzazione delle costolature principali a sostegno della platea per gli spettatori e della struttura metallica su ballatoi, dedicata agli orchestrali. Le grandi travi orizzontali, verticali e curvilinee, seguendo lo schema delle strutture degli scafi di legno, sostenevano l’intero impianto, come un’impalcatura chiusa su sé stessa.  Una struttura secondaria in acciaio tratteneva i pennoni e sosteneva i pannelli perimetrali, rettilinei o ricurvi a seconda dei casi, che svolgevano la doppia funzione di tamponamento e di cassa armonica.

Una serie di supporti metallici consentivano la sopraelevazione della platea, lasciando uno spazio sottostante per il foyer e avvicinando lo spazio scenico alla volta della chiesa, al fine di migliorare ulteriormente l’acustica nel suo complesso. La struttura non si presentava dunque fissa e immutabile, ma si prestava a un veloce smontaggio e riassemblaggio in altre location, adattandosi alla qualità acustica dello spazio che l’avrebbe ospitata. Dopo il debutto a Venezia nella chiesa di San Lorenzo, la struttura venne utilizzata per l’allestimento del ‘Prometeo. Tragedia dell’ascolto’ in uno dei capannoni dello stabilimento dell’Ansaldo di Milano, per un’ulteriore serie di esecuzioni.

Legno lamellare Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
dettaglio in bianco e nero Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
prove musicali Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
foto storica Spazio musicale per il Prometeo - Venezia
Foto in bianco e nero dello spazio musicale per il Prometeo - Venezia
La struttura dello spazio scenico è costituita da grandi travi orizzontali in legno lamellare che, curvando agli estremi, diventano elementi portanti verticali. La struttura segue il principio delle barche con lo scafo tondo in legno: una sequenza di ordinate e correnti incrociati giuntati per sovrapposizione e incastro. Così come nelle barche il paiolo è sopraelevato, così il pavimento della platea e l’intera struttura sono sollevati da terra su supporti metallici. La posizione elevata rispetto al pavimento consente di mettere in comunicazione le due porzioni della platea separate dall’altare centrale, di dare spazio a un foyer sottostante e di ottimizzare l’acustica, avvicinando lo spazio scenico alla copertura voltata della chiesa di San Lorenzo.
Le chiusure perimetrali sono costituite da pannelli ignifughi in legno multistrato. Il posizionamento dei pannelli e la loro curvatura permettono di controllare la propagazione del suono, aumentandone l’intensità e caratterizzandone il timbro. Rivoluzionaria fu l’idea di collocare i musicisti sul perimetro di questo volume scenico e di porre al centro lo spettatore, che veniva così avvolto dalla musica. L’involucro trasformava lo spazio in un grande strumento, capace di vibrare e di riverberare un suono in continua evoluzione.
"Tragedia dell’ascolto significa cercare tutti i segreti del suono e dello spazio, sperimentare cosa può accadere in ambienti diversi da un teatro tradizionale, svelare quali vertici e abissi può raggiungere la percezione dell’uomo".
Luigi Nono

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