L’Ex Manifattura Tabacchi a Bologna è un monumento dell’architettura industriale. Grazie alla sua posizione strategica rispetto alla città, è stata scelta per ospitare il nuovo Tecnopolo di Bologna, al cui interno sono ospitati il centro elaborazione dati del Centro meteo europeo (ECMWF) e il supercomputer Leonardo, gestito dal consorzio interuniversitario CINECA. L’obiettivo dell’intervento è quello di creare un polo di innovazione e sperimentazione per la ricerca industriale e il trasferimento tecnologico: il complesso accoglierà laboratori attivi su meccanica, materiali, costruzioni, scienze della vita, energia-ambiente, design, tecnologie dell’informazione e della comunicazione. A questi si affiancheranno uffici, aule didattiche e infrastrutture di collegamento con il centro cittadino.
A guidare l’intervento è la volontà di superare le barriere che separano il complesso dalla città, dando vita a una nuova e forte integrazione con il tessuto urbano, sia per quanto riguarda i quartieri adiacenti, sia per il rapporto con il centro storico e, a scala più ampia, con il suo territorio, diventando un polo nevralgico a livello internazionale per l’economia digitale, i big data, il supercalcolo e il cambiamento climatico.
Il Tecnopolo di Bologna occuperà una superficie di 120.000 m2 e comprenderà un sistema di laboratori di ricerca, di uffici e di sale polivalenti, spazi aggregativi dalle dimensioni abitabili per permettere la socializzazione e lo scambio reciproco tra imprese e settori di ricerca ed edifici a servizio di questi ultimi.
Il valore storico del complesso ha imposto il rispetto della preesistenza e la sua valorizzazione, considerandola come una quinta scenica in cui intervenire in un’ottica improntata alla funzionalità e all’accessibilità, nel rispetto del valore architettonico e storico del sito.
Gli interventi principali hanno previsto l’adeguamento sismico e impiantistico del complesso: al tempo della sua costruzione, a metà degli anni ‘50, non vi erano normative sul rischio sismico, ma la genialità di Pier Luigi Nervi fu tale che, pur applicando le sole regole di corretta progettazione statica, riuscì già allora a conferire un livello di sicurezza sismica superiore rispetto agli standard di quegli anni. Il progetto ha previsto l’adeguamento sismico, date le maggiori prestazioni richieste dalle analisi dinamiche e dalle sollecitazioni indotte dai terremoti.
L’intervento è stato realizzato con l’uso di materiali compositi, di piastre in acciaio e di fasce di fibre di carbonio. Un approfondito studio sull’applicazione di materiali compositi ha permesso di arrivare a una soluzione che non altera i volumi e le forme in essere, rispettando il progetto di Pier Luigi Nervi con interventi che risultano impercettibili.
I padiglioni degli edifici più significativi, con le tipiche volte a botte cassettonate a losanghe, destinati un tempo allo stoccaggio dei tabacchi grezzi, vengono mantenuti nella loro integrità, attuando gli adeguamenti necessari alle nuove esigenze funzionali e tecnologiche: le strutture vengono quindi mantenute a vista.
Gli interventi per la sicurezza strutturale dei fabbricati, in particolare l’adeguamento per garantire la sicurezza sismica, hanno previsto la rimozione della vermiculite all’estradosso delle volte a botte di copertura, sostituita con una cappa di malta fibrorinforzata tixotropica, e la rimozione del precedente intonaco all’intradosso con la successiva applicazione di nuovo intonaco armato con rete in fibra di vetro.
Il rinforzo degli archi principali in calcestruzzo armato si è ottenuto applicando fasce di fibra di carbonio che, grazie all’elevata resistenza meccanica, pur con spessore limitato, hanno permesso alta flessibilità e il rispetto totale delle geometrie originarie del progetto di Pier Luigi Nervi.
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