Il contesto urbano, nel cuore di Mosca, è quello del vivace distretto conosciuto oggi come Krasny Oktyabr, ‘Ottobre Rosso’, nell’isola creata dalla divisione tra il fiume Moscova e il canale Vodootvodny. Un’area caratterizzata da un forte carattere culturale e multigenerazionale dove sono presenti anche una ex fabbrica di cioccolato divenuta centro di innovazione per start-up, caffè e ristoranti, l’Istituto Strelka – laboratorio urbano che offre un programma didattico e di ricerca – e il Teatro Udarnik, importante esempio di architettura russa. In questa zona, non lontana dal Cremlino, nel 1907 gli zar fecero edificare una centrale termoelettrica: un edificio divenuto oggi la sede principale della Fondazione V.A.C. in seguito all’intervento di trasformazione curato di dall’arch. Renzo Piano. Concepito come uno spazio multidisciplinare per le arti visive e performative, ma anche come spazio civico libero, il GES-2 offre oggi 20.000 m² di spazi organizzati in quattro poli principali.
Il polo civico, aperto verso la piazza esterna e dalla quale si può accedere liberamente alla piazza interna, centro funzionale dell’edificio che si connette a nord con la biblioteca e il centro multimediale e a sud con gli spazi per le installazioni artistiche e il ristorante; il polo accoglienza, al centro dell’edificio principale, che ospita la biglietteria, l’info point e il bookshop, connesso agli spazi per spettacoli e performance al piano superiore, affacciati sul bosco di betulle realizzato all’esterno; il polo espositivo, una combinazione di spazi di diverse dimensioni e altezze, che offre una molteplicità di soluzioni per ospitare qualsiasi tipo di opera; il polo educativo, che offre uno sguardo sulle mostre e comprende la Scuola d’Arte, dedicata alla formazione di una nuova generazione di curatori, critici e storici dell’arte, e il Lifelong Learning, con aule e laboratori orientati al grande pubblico. Fanno parte di questo polo anche alcune residenze per artisti con laboratori situati nella torre nord.
L’età ultracentenaria dell’edificio, il disuso prolungato e la mancanza di manutenzione sono i principali fattori che hanno portato al deterioramento delle strutture. I problemi più importanti interessavano il piano interrato – dove le infiltrazioni d’acqua avevano causato danni alle pareti in muratura – e le strutture fuori terra in acciaio, in avanzato stato di degrado. La carpenteria, interessata da fenomeni di corrosione, presentava numerosi elementi deformati, mentre alcuni giunti inchiodati e saldati non erano più efficienti. La riqualificazione dell’edificio doveva dunque iniziare dal consolidamento strutturale.
Fin da questa fase, il progetto ha seguito un approccio conservativo, mirato a mantenere il più possibile le strutture esistenti, considerate parte integrante dell’anima dell’edificio. Allo scopo di individuare e rilevare i difetti e gli elementi strutturali degradati, l’intervento è stato preceduto da un’indagine strutturale completa, con prove specifiche sui diversi materiali, sia durante la fase progettuale, sia durante l’effettivo smontaggio dell’apparato esistente, prima di consolidare e rinforzare le murature e le strutture in acciaio.
info@buromilan.com
stampa@buromilan.com
C.F. / P.I. 08122220968
C.D. M5UXCR1
Via Thaon di Revel, 21
20159 Milano — Italia
T +39 02 36798890
Santa Croce 458/A
30135 Venezia — Italia
T +39 041 5200158