
“Designing Future Societies for Our Lives” è il tema dell’Esposizione Universale 2025, organizzata nella città giapponese di Osaka. Per l’occasione, lo studio di architettura MCA – Mario Cucinella Architects ha progettato un padiglione concepito come un laboratorio dinamico e immersivo, che rappresenti la visione italiana nei confronti di un futuro sostenibile, circolare e condiviso. Presentando il meglio della creatività e delle eccellenze territoriali, viene proposto al visitatore un percorso tra arte, scienza, artigianato e tecnologia, che si snoda attraverso diversi ambienti autonomi ma interconnessi. La visita comincia con la sezione dedicata alla Creatività Italiana ospitata nel portico del padiglione, dove piccole botteghe di artigiani provenienti dalle varie regioni mostrano il volto innovativo della tradizione produttiva. Segue il Teatro immersivo, una struttura in legno dove spettacoli quotidiani, allestiti con scenografie digitali e performance dal vivo, mescolano il teatro rinascimentale italiano con la cultura performativa giapponese.
La sezione successiva è dedicata alla Città Ideale, il cui concetto rinascimentale viene rielaborato in una prospettiva multidisciplinare che comprende paesaggio, cultura, qualità dell’aria, salute, infrastrutture, arte e tecnologia, immaginando una rigenerazione urbana e sociale a partire dalla relazione tra uomo, ambiente e cultura. Dopo lo spazio dedicato al Padiglione della Santa Sede, dove si può ammirare “La Deposizione” di Caravaggio in prestito dai Musei Vaticani, si passa alla sezione dedicata alle Regioni, dove per tutta la durata dell’esposizione è previsto che si alternino installazioni a cura dei diversi enti regionali italiani, relative alle eccellenze gastronomiche, artigianali, industriali, tecnologiche e scientifiche di ciascun territorio. Infine, la terrazza del padiglione accoglie un giardino pensile che rielabora la tradizione del giardino all’italiana attraverso un labirinto di siepe lungo il quale, oltre agli elementi vegetali, trovano spazio installazioni artistiche, profumi e scorci visivi.
Il volume principale del padiglione consiste in un ampio hangar in legno lamellare, sovrastato da una terrazza visitabile che accoglie un giardino pensile. L’intera struttura è realizzata per mezzo di un sistema modulare a secco, che si sviluppa in un reticolo di travi e pilastri riprendendo la tradizionale tecnologia costruttiva giapponese. All’interno, la trama architettonica genera un soffitto a cassettoni all’italiana, che caratterizza l’atmosfera dello spazio espositivo. Uno degli elementi più riconoscibili del padiglione è l’ampio portico d’ingresso, delimitato da una facciata tessile semitrasparente. Quest’ultima è costituita da una membrana permeabile in fibre minerali, in grado di filtrare la radiazione solare permettendo al contempo la ventilazione e la naturale regolazione termo-luminosa, favorevoli al risparmio energetico. La riduzione dell’impatto ambientale ha guidato l’intero progetto fin dalla fase del concept, traducendosi in soluzioni sul piano dei materiali, delle tecnologie, della gestione delle risorse e dell’uso dell’edificio nel tempo.
Seguendo l’approccio dell’architettura reversibile, la progettazione della struttura ha tenuto conto della sostenibilità rigenerativa lungo l’intero ciclo di vita dell’edificio. In particolare, il lavoro si è basato sui principi del Design for Disassembly (DfD) e del Design for Manufacturing and Assembly (DfMA), riducendo il numero dei componenti, agevolandone la separazione a fine ciclo e il mantenimento del valore nel tempo. La stessa scelta del legno lamellare come materiale di costruzione, unito all’impiego di sistemi costruttivi a secco e a una logica modulare, hanno permesso di semplificare la produzione e il montaggio e di ridurre gli sprechi. Tutti gli elementi, comprese le tecnologie e gli arredi, sono stati scelti sulla base della tracciabilità, reversibilità e flessibilità, minimizzando la produzione di rifiuti. L’edificio, composto da moduli prefabbricati in legno lamellare, risulta così completamente smontabile, prestandosi a venire riutilizzato come centro culturale, hub formativo o polo espositivo in nuovi contesti, al termine dell’Esposizione Universale.
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