Il complesso di San Paolino, un ex monastero annesso all’omonima chiesa che sorge a metà strada tra la Basilica di Santa Maria Novella e il Lungarno, nel centro di Firenze, è giunto alla sua configurazione attuale in seguito a numerosi interventi avvenuti nel corso dei secoli. Ricostruito una prima volta nel ’600, fu in seguito rimaneggiato nell’800 e ampliato negli anni ’50 del Novecento, rimanendo a lungo la sede del Monte dei Pegni della Cassa di Risparmio di Firenze.
La nuova struttura ricettiva è stata inaugurata nel 2021 grazie all’accurato restauro di alcune aree e alla demolizione controllata di altre. All’originale nucleo storico del complesso, inoltre, è stata aggiunta una nuova dependance in grado di ospitare 104 camere con balcone, oltre a un Garden Loft, un piccolo appartamento con giardino privato e piscina. L’immobile oggi si articola così in 3 volumi che, con una superficie complessiva di circa 11.500 mq, occupano un intero isolato del quartiere di Santa Maria Novella.
L’interior design dell’hotel, curato dalla designer Paola Navone e dal suo team di Studio Otto, trae ispirazione dalla Divina Commedia ed è caratterizzato da un eclettico susseguirsi di allusioni dantesche, in cui scene dell’inferno e del paradiso si alternano nei diversi ambienti, sia comuni che privati.
Il cuore dell’hotel è il ristorante, collocato sotto l’ampia cupola vetrata, al centro del palazzo storico. Intorno ad esso sono disposti un rigoglioso cortile – che porta la luce verso gli spazi interni – un bar e una bottega in stile tradizionale. L’accesso all’Hotel dal lato della piccola piazza San Paolino è libero e aperto agli abitanti del quartiere e ai turisti.
Il recupero del complesso religioso di San Paolino ha richiesto un attento e rigoroso intervento di restauro. In particolare, per preservare e rinforzare le pareti dell’edificio, sono state eseguite importanti operazioni di consolidamento murario per assicurarne un’integrità duratura. È stata inoltre portata a termine una meticolosa pulitura delle pareti, restituendo al complesso religioso la sua originaria bellezza, mentre le aree che presentavano giunti danneggiati sono state riparate e risarcite in modo da garantire una solida coesione tra le diverse parti dell’edificio.
Per realizzare i nuovi piani interrati, previsti dal progetto di ampliamento, l’edificio è stato letteralmente sospeso sulle fondazioni esistenti per l’intera durata dei lavori. Le operazioni di scavo sono state quindi avviate solo dopo aver garantito la stabilità e la sicurezza della struttura.
Nel corso di questi interventi sono anche stati rinvenuti locali storici appartenenti all’antico complesso e la cui esistenza non era segnalata nelle cartografie e nella documentazione conosciuta.
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