Il Palazzo Neoclassico al n. 52 di Corso Venezia a Milano è stato oggetto di importanti interventi e oggi ospita una collezione permanente di 600 opere del periodo etrusco. Il progetto di restauro curato dall’arch. Mario Cucinella, ha previsto il mantenimento dei prospetti e dei volumi storici. Il percorso museale parte dal piano interrato per poi proseguire ai piani superiori. Le cupole dello spazio ipogeo, sono state realizzate al di sotto dell’edificio, mantenendolo staccato dal terreno per l’intera durata del cantiere.
Il progetto nasce dalla volontà della Fondazione Luigi Rovati di creare uno spazio museale all’interno dello storico palazzo ottocentesco Bocconi-Rizzoli-Carraro, un centro di sperimentazione e ricerca destinato anche a ospitare diverse funzioni e un’importante collezione di reperti etruschi.
Lo spazio dedicato alla collezione etrusca si trova nel primo livello interrato ed è ispirato alle Tombe di Cerveteri, alcune delle poche architetture etrusche ancora intatte. Si ispira inoltre dal Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova, progettato da Franco Albini e Franca Helg, che si trova negli ambienti sotterranei alle spalle dell’abside del Duomo di Genova, anch’esso un inserimento contemporaneo in un contesto storico.
Una scala realizzata in pietra forte fiorentina estratta da cave tosco-emiliane porta agli spazi espositivi ipogei: tre sale circolari e una grande sala ellittica sormontate da cupole, completamente avvolte da 24.000 conci di pietre, progettati e sapientemente posati uno ad uno, con una continuità formale che conferisce a tutto l’ambiente un senso di unità e fluidità.
La semplicità delle forme avvolgenti del museo crea un contrasto con le teche espositive a base triangolare, dando vita ad una scena di materiali e tempi diversi che aggiunge ulteriori dimensione e profondità all’esperienza museale.
L’elemento più caratterizzante del delicato intervento di restauro dell’edificio storico in corso Venezia 52, sono senza dubbio le cupole rivestite in pietra serena dello spazio museale ipogeo. La copertura di questi ambienti richiama la forma delle necropoli etrusche ed è ricavata dall’intersezione di tre calotte sferiche ribassate con grande raggio di curvatura.
La complessa geometria delle volte delle cupole ipogee ha imposto scelte tecniche innovative sia per l’ideazione di una struttura che nasconde, sia per le opere edili e impiantistiche, sia per le finiture. Le cupole sono supportate da profili calandrati in carpenteria metallica semi-leggiera. Queste centine sono montate su tutto il perimetro dello scavo e hanno un doppio sistema di regolazione: verticale per la base e orizzontale in testa, dove si collegano con il solaio del piano terra. Un secondo ordine di fissaggio con una seconda regolazione indipendente sulle centine permette a sua volta la connessione delle strutture ai conci in pietra tagliati all’acqua ognuno diverso dall’altro.
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