
Il Sacrario Militare di Redipuglia sorge sulle pendici del monte Sei Busi, un’altura del Carso occidentale che si affaccia sulla pianura friulana e sul corso inferiore dell’Isonzo, una zona che fu teatro di violentissime battaglie tra gli eserciti italiano e austro-ungarico nel corso della Prima Guerra Mondiale. Il monumento fu inaugurato in epoca fascista in occasione del ventennale della fine della Grande Guerra, nel 1938, su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello Scultore Giannino Castiglioni. Si tratta del più grande e maestoso Sacrario italiano, uno dei più grandi al mondo, detto anche “dei Centomila” per il fatto che custodisce i resti di 100.187 soldati caduti nelle zone circostanti.
Il Sacrario è strutturato su tre livelli: vi si accede percorrendo un camminamento lastricato in pietra del Carso, la Via Eroica, che si allunga tra due file di lastre bronzee infisse nella pavimentazione, su cui sono incise le località delle principali battaglie. Il viale conduce al Piazzale delle Adunate, dominato dalle tombe del Duca D’Aosta, comandante della Terza Armata, e dei suoi cinque generali. Il piazzale coincide con la base del colle, sulle cui pendici si arrampicano i gradoni in pietra bianca del Carso, l’elemento distintivo e più appariscente del Sacrario, dove sono alloggiate le salme dei centomila caduti. Sulla sommità del colle, completano il monumento tre croci, una cappella e un osservatorio.
Il restauro è stato preceduto da approfondite ricerche preliminari, finalizzate non solo alla mappatura del degrado e allo studio dei materiali, ma anche alla corretta interpretazione del monumento dal punto di vista storico e filologico. Da un lato, si è completata un’accurata campagna diagnostica per mezzo di sondaggi, studi stratigrafici, prelievo di campioni e analisi dei materiali. Ogni elemento è stato sottoposto a un accurato esame visivo, annotandone difetti, lesioni, microfessurazioni, fuori piombo, avvallamenti, eventuale presenza di deformazioni eccessive o di distacchi. In parallelo, si è condotta una ricerca archivistica mirata al recupero e allo studio della documentazione originale relativa al sacrario, che comprende fotografie, disegni e documenti dell’epoca. Il progetto di restauro ha quindi affrontato i problemi degrado anche attraverso lo studio dello smaltimento delle acque meteoriche, con l’obiettivo di rafforzare l’integrità del Sacrario mantenendone inalterata l’immagine.
L’intervento vero e proprio ha riguardato innanzitutto la grande scalea, la cui pavimentazione, realizzata in calcestruzzo gettato in opera, è stata restaurata tramite la sostituzione degli elementi più danneggiati, l’incollaggio dele scaglie in via di distacco, una pulitura superficiale e l’applicazione di trattamenti consolidanti. Le lastre bronzee che chiudono i loculi dove sono sepolti i caduti sono state smontate, ripulite e integrate con nuovi elementi di sostegno in acciaio INOX. Gli interventi conservativi nelle aree del Piazzale e della via Eroica hanno visto la pulitura della pavimentazione in pietra e la sostituzione delle lastre danneggiate. L’intervento di restauro, infine, ha riguardato la realizzazione delle nuove formelle in calcestruzzo con i nomi dei caduti, la pulizia e il restauro delle iscrizioni, il restauro dei bracieri posti ai lati del Sacrario e la sistemazione delle aree di accoglienza dei visitatori, compresi i servizi igienici e l’impianto idrico ed elettrico.
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