
Dalla sua creazione nel 1993 per volere di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, Fondazione Prada è impegnata nella promozione della ricerca artistica e intellettuale e nell’indagine della cultura umana attraverso mostre, conferenze e incontri pubblici, con un approccio multidisciplinare che abbraccia arte, architettura, cinema, filosofia, archeologia, arti performative e attività educative. Dopo l’apertura di uno spazio espositivo a Venezia nel 2011, la nuova sede di Milano è stata inaugurata nel 2015.
L’intervento ha permesso la nascita di un centro culturale ed espositivo permanente, punto di riferimento di tutte le attività passate e presenti della Fondazione. Un progetto architettonico che, nel suo complesso, ha mirato a creare una grande varietà di tipologie spaziali espositive, ciascuna dotata di caratteristiche distintive, allo scopo di promuovere una programmazione culturale aperta e in costante evoluzione, in dialogo con l’architettura che la ospita.
La sede milanese di Fondazione Prada è frutto di un intervento di riqualificazione e rigenerazione di un ex distilleria di gin, risalente al 1910 situata in Largo Isarco, a sud dello scalo ferroviario di Porta Romana, tra Via Ripamonti e corso Lodi. Un progetto curato da dall’architetto Rem Koolhaas, co-fondatore di OMA – Office for Metropolitan Architecture, che ha visto il restauro di sette edifici industriali esistenti – un tempo adibiti a magazzini, laboratori e silos di fermentazione – e la costruzione di tre nuove strutture: un padiglione per esposizioni temporanee chiamato Podium; Torre, edificio in cemento bianco alto 60 metri dov’è ospitata l’esposizione permanente; e Cinema, un auditorium multimediale.
Il nuovo complesso occupa una superficie totale di 19.000 metri quadrati, 11.000 dei quali sono destinati alle attività espositive. Ad essi si aggiungono un cortile centrale, gli uffici, il cinema, un archivio, una biblioteca, uno spazio commerciale e un altro adibito alla ristorazione. Quest’ultimo, chiamato Bar Luce, è stato disegnato dal regista statunitense Wes Anderson, che ha tratto ispirazione dal tipico caffè milanese degli anni ’50. Insieme alla Torre di nove piani, l’altro elemento iconico che contraddistingue è la Haunted House, una struttura preesistente di quattro piani che in seguito al restauro è stata interamente ricoperta di una lamina dorata e oggi ospita parte della collezione della Fondazione.
L’intervento di riqualificazione del complesso industriale ha seguito la filosofia del recupero totale di ogni costruzione, limitando le demolizioni ai soli casi strettamente necessari. Inizialmente, sono state effettuate approfondite campagne di indagini conoscitive sui fabbricati, per valutare la consistenza delle strutture esistenti, di origine industriale. Tali verifiche strutturali hanno fatto emergere la necessità di importanti interventi di rinforzo, in quanto diverse murature delle strutture preesistenti non sono risultate in grado di garantire il livello di sicurezza richiesto dalla normativa sismica e di prevenzione incendi, in parte a causa della scarsa resistenza meccanica e in parte per via dei gravosi coefficienti di sicurezza imposti dalla norma nelle verifiche agli stati limite ultimi.
Pareti portanti e pilastri sono stati rinforzati con iniezioni di malte cementizie e tramite l’inserimento di elementi in acciaio; i solai sono stati oggetto di trattamenti, per garantire la necessaria resistenza al fuoco; le strutture di copertura, che per via della loro origine prettamente industriale sono un elemento esteticamente caratterizzante, sono state oggetto di recupero, anche attraverso la sostituzione delle capriate metalliche e il rifacimento dei manti. Le nuove strutture sono state poi realizzate seguendo un sistema costruttivo modulare in calcestruzzo, integrato con acciaio e vetro. Tra queste, risulta di particolare interesse la Torre di 60 metri, realizzata in cemento bianco strutturale a vista e nel lato sud e che presenta una struttura diagonale che la unisce al Deposito, al cui interno è alloggiato un ascensore panoramico.
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