Il progetto di riqualificazione del Campus di Architettura del Politecnico di Milano vede ora tre nuovi edifici dedicati alla didattica, integrati con gli edifici storici, Trifoglio e Nave progettati negli anni ‘50 da Giordano Forti, Giò Ponti e Piero Portaluppi e l’intervento di Viganò degli anni ’70. La struttura è mista in acciaio e legno, colonne e travi sono in acciaio con solai in legno X-Lam.
Il nuovo Campus di Architettura del Politecnico di Milano, progettato da Ottavio Di Blasi a partire da un’idea di Renzo Piano, nasce dalla riorganizzazione degli spazi del complesso di via Bonardi, che è stato trasformato in un moderno campus urbano.
Il Campus di Architettura si era formato nel dopoguerra dopo l’intervento di Giò Ponti per rispondere a esigenze di spazio che ogni anno aumentavano. Prima dell’intervento si configurava come un assortimento di fabbricati eterogenei. La ricucitura è partita dalla demolizione delle strutture secondarie che impedivano la fruizione degli edifici di Ponti, Forti e Portaluppi, seguita dalla realizzazione di nuovi volumi, un edificio multipiano per le aule didattiche e tre edifici bassi per laboratori, spazi comuni e servizi.
I nuovi edifici racchiudono una superficie totale di 4.200 mq e contengono aule per 800 studenti. Le facciate sono disegnate con ampie vetrate, in modo da inondare di luce gli ambienti interni, e le terrazze in cima ai due edifici bassi possono ospitare attività all’aperto ed eventi. Il piano ribassato è il nuovo piano di distribuzione, un parterre continuo e vivo, fruibile da ogni edificio. È un sistema di percorsi pedonali e aree verdi, in cui sono stati piantati 130 alberi, aperto verso la città, che collega il campus al parco di piazza Leonardo da Vinci e al giardino della piscina Guido Romano.
Le nuove architetture sono tutte realizzate con tecnologia a secco e sono caratterizzate da ampie vetrate affacciate sul verde. I nuovi edifici condividono lo stesso sistema costruttivo, una serie di portali in acciaio costituiti da colonne a sezione circolare e da travi principali di 12 metri di luce su cui poggia un solaio in legno tipo X-Lam di 24 cm di spessore.
Le facciate sono una curtain wall continua di specchiature fisse, in cui si integra il sistema degli ingressi. Le coperture praticabili sono finite con una pavimentazione flottante in UHPC.
Tutti gli elementi costruttivi sono a vista. Si tratta di una scelta didattica che permette ai fruitori, gli studenti di architettura, di guardare e toccare con mano la tecnologia a secco.
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