Tbilisi è una città segnata da un controverso passato recente e da un quadro culturale, sociale e politico estremamente frammentato: una capitale alla ricerca un’identità nazionale e di un ruolo quale promotrice del rilancio economico e sociale del Paese. Tale sforzo è passato anche attraverso l’investimento in infrastrutture moderne e architetture di pregio come il Ponte della Pace: un progetto che oltre a rispondere ad evidenti esigenze pratiche e infrastrutturali, incarna anche importanti istanze simboliche e culturali, ponendosi come un ideale collegamento tra il passato e presente della città.
A ovest, la città storica, con l’antico quartiere di Bericoni; a est il Parco Rike, porta d’accesso alla Tbilisi di più recente costruzione, di cui il ponte rappresenta l’ideale prosecuzione accompagnando i pedoni verso il nucleo storico del centro. Ma il Ponte della Pace non è solo un punto di transito e di passaggio: il cuore della struttura diventa una piazza dalla quale le persone possono godere di un punto di osservazione privilegiato sulla città, mentre i materiali con cui è costruito e le forme sinuose lo rendono un elemento caratteristico e riconoscibile del tessuto cittadino, punto di riferimento ed elemento di identificazione.
Disegnato dallo studio dell’architetto Michele De Lucchi (oggi AMDL CIRCLE), il ponte si compone di una passerella pedonale lunga 160 m e larga, nella porzione centrale, 4,80 m. L’esile struttura metallica della passerella è sovrastata da una copertura dalla forma sinusoidale, costituita da travi reticolari in acciaio e lastre di vetro. Disegnata per apparire come un’unica membrana leggera, simile a un guscio, sotto cui la passerella sembra essere sospesa, è ancorata alle due sponde del fiume solamente attraverso quattro pilastri a forcella. Il suo design deriva da semplici concetti geometrici: la curva che definisce l’estradosso della copertura è generata da tre circonferenze tangenti;
sulla curva definita dalla loro unione scorre il vertice di una parabola con la concavità rivolta verso il basso, la quale, a sua volta, definisce le arcate primarie della copertura; un’altra curva, infine, generata da cinque circonferenze tangenti, taglia i rami inferiori della parabola, completando la forma desiderata. La zona geografica ad alto rischio sismico, le sollecitazioni dinamiche dovute al transito delle persone e le forti raffiche di vento che caratterizzano l’area hanno imposto studi specifici, effettuati con attente e sofisticate tecniche di analisi, al fine di determinare i coefficienti di sicurezza necessari a garantire la resistenza verso tali eventi.
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